Questa storia si svolge tra due guerre mondiali, un arco di tempo in cui la follia prese il sopravvento, la libertà fu calpestata e l’umanità messa in discussione.
Titolo: The Great Dictator
Paese: USA
Anno: 1940
Regia di Charlie Chaplin
Interpreti: Charles Chaplin, Paulette Goddard, Jack Oakie, Reginald Gardiner, Henry Daniell, Billy Gilbert, Grace Hayle, Carter De Haven, Emma Dunn, Maurice Moskovitch, Bernard Gorcey, Paul Weigel
Costumi di Ted Tetrick, Wyn Ritchie
Ambientato nell'inquietante scenario della fine degli anni Trenta, mentre il fascismo gettava la sua ombra sull'Europa, il capolavoro satirico di Charlie Chaplin “Il grande dittatore” è emerso come un'audace critica del totalitarismo. Uscito nel 1940, quando gli Stati Uniti non erano ancora entrati nella Seconda Guerra Mondiale, il film sfidò coraggiosamente il regime di Hitler in un momento in cui Hollywood evitava ampiamente l'argomento.
Chaplin interpreta brillantemente due ruoli: lo spietato dittatore Adenoid Hynkel (una caricatura neanche troppo velata di Adolf Hitler) e un umile barbiere ebreo. Mentre il regime di Hynkel stringe la sua morsa sul paese immaginario di Tomania (che rispecchia la Germania nazista), l'ignaro barbiere si trova coinvolto in un vortice di intrighi politici.
Riemerso da un coma durato anni, il barbiere torna nel suo negozio nel ghetto ebraico, ignaro del mutato panorama politico. La sua sorprendente somiglianza con Hynkel crea le premesse per una serie di comici equivoci e di fughe a ostacoli. Nel frattempo, la megalomania di Hynkel cresce con i suoi piani per il dominio del mondo, riflettendo le ansie del mondo reale dell'epoca.
Il film si sviluppa verso un drammatico scambio di identità, in cui il barbiere viene spinto sul palcoscenico del mondo. In un momento cruciale, Chaplin rompe il personaggio per pronunciare un appassionato appello alla pace e all'umanità, confondendo i confini tra finzione e realtà. Questo potente discorso risuonò profondamente con il pubblico alle prese con l'incombente spettro del conflitto globale, cementando il posto del film nella storia del cinema e come audace dichiarazione politica della sua epoca.
Critica
“Il grande dittatore” ha lasciato un segno indelebile sia nella storia del cinema che nella cultura popolare. A livello cinematografico, ha rappresentato un momento cruciale in quanto è stato il primo lungometraggio di Chaplin a fondere senza soluzione di continuità la sua iconica comicità fisica con una graffiante satira politica. Il film ha spinto i confini di ciò che il cinema poteva affrontare, dimostrando che il cinema poteva essere sia divertente che un potente mezzo di commento sociale. L'uso innovativo del suono, in particolare nei discorsi senza senso di Hynkel, ha influenzato i futuri registi nel loro approccio alla satira politica.
Il film “Il grande dittatore” è diventato il simbolo della resistenza contro il totalitarismo. Il suo discorso finale, che invoca pace e umanità, trascende il film stesso e viene spesso citato in contesti politici e umanitari. Il ritratto di Hitler come una figura ridicola e pasticciona contribuì a plasmare la percezione pubblica del dittatore e divenne un modello per le future rappresentazioni satiriche dei leader autoritari.
L'impatto del film si è esteso oltre il suo tempo, ispirando innumerevoli parodie e omaggi in film, programmi televisivi e letteratura. I temi della resistenza contro l'oppressione e del potere dell'umanità individuale continuano a risuonare, rendendo “Il grande dittatore” un pezzo di cinema senza tempo che rimane rilevante nelle discussioni su politica, guerra e diritti umani.
Charlie Chaplin (1889-1977)
The Kid, 1921
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A countess from Hong Kong, 1967
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La Pace
Selvedge, 43/2011
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[Pubblicato il 11/04/2025]