Il 17 dicembre 1892 usciva il primo numero di Vogue, un settimanale edito da Arthur B. Turnure, insieme a Harry McVickar come direttore artistico e la signora Josephine Redding come redattore.
Lo scopo era quello di pubblicare una rivista che fosse degna di quell’alta società newyorkese a cui si rivolgeva e di cui era espressione, per raccontarne e celebrarne lo stile di vita e la moda… come lo stesso Arthur B. Turnure scriveva nella dichiarazione di intenti proprio in quel primo numero.
“The definitive object is the establishment of a dignified authentic journal of society, fashion and the ceremonial side of life, that is to be for the present, mainly pictorial”.
(Vogue, December 17th, 1892)
Dietro Vogue c'è quindi la storia delle classi sociali più agiate, della New York di quegli anni, e in particolare di quell’aspetto più ludico e fashion di uno stile di vita del quale Vogue si fa portavoce, una rivista dunque nata per dare l’esempio, l'unica rivista concepita per formare un élite. Ma dietro Vogue c'è anche la storia dell'industria della moda americana, e soprattutto c'è la storia di un uomo d'affari molto ambizioso come Condé Nast che l’acquistò nel 1909, dopo quattro anni di trattative.
Condé Nast aveva solo 36 anni quando acquisì Vogue.
Era entrato nel mercato editoriale lavorando per il Collier's Weekly di proprietà del padre di un amico, diventandone ben presto il responsabile della promozione. Nel 1904 era diventato anche vicepresidente della Home Pattern Company. A seguito dell’invenzione della macchina da cucire nel 1846, il business dei cartamodelli di abiti da donna era davvero forte… Condé Nast era pieno di idee e aveva tutte le carte in regola per andare avanti.
All'inizio del 1910 il Vogue di Condé Nast aveva preso forma: la pubblicazione della rivista era passata da settimanale a quindicinale, e subito a seguire erano stati introdotti ulteriori cambiamenti: copertine a colori, più pagine di pubblicità, i cartamodelli di Vogue, più pagine dedicate al costume e alla moda.
Vogue diventava così il “technical adviser – the consulting specialist – to the woman of fashion in the matter of her clothes and of her personal adornment”.
(Seebohm, Caroline, The man who was Vogue. The life and times of Condé Nast. New York: The Viking Press, 1982, p. 76)
Bibliografia
Woolman Chase, Edna and Ilka Chase. Always in Vogue. Garden City: Doubleday & Company, 1954
Seebohm, Caroline. The man who was Vogue. The life and times of Condé Nast. New York: The Viking Press, 1982
Vogue. New York: The Fashion Company, 1892-
The Vogue Archive. Ann Arbor: Proquest. (accessed September 21, 2022).
Lo scopo era quello di pubblicare una rivista che fosse degna di quell’alta società newyorkese a cui si rivolgeva e di cui era espressione, per raccontarne e celebrarne lo stile di vita e la moda… come lo stesso Arthur B. Turnure scriveva nella dichiarazione di intenti proprio in quel primo numero.
“The definitive object is the establishment of a dignified authentic journal of society, fashion and the ceremonial side of life, that is to be for the present, mainly pictorial”.
(Vogue, December 17th, 1892)
Dietro Vogue c'è quindi la storia delle classi sociali più agiate, della New York di quegli anni, e in particolare di quell’aspetto più ludico e fashion di uno stile di vita del quale Vogue si fa portavoce, una rivista dunque nata per dare l’esempio, l'unica rivista concepita per formare un élite. Ma dietro Vogue c'è anche la storia dell'industria della moda americana, e soprattutto c'è la storia di un uomo d'affari molto ambizioso come Condé Nast che l’acquistò nel 1909, dopo quattro anni di trattative.
Condé Nast aveva solo 36 anni quando acquisì Vogue.
Era entrato nel mercato editoriale lavorando per il Collier's Weekly di proprietà del padre di un amico, diventandone ben presto il responsabile della promozione. Nel 1904 era diventato anche vicepresidente della Home Pattern Company. A seguito dell’invenzione della macchina da cucire nel 1846, il business dei cartamodelli di abiti da donna era davvero forte… Condé Nast era pieno di idee e aveva tutte le carte in regola per andare avanti.
All'inizio del 1910 il Vogue di Condé Nast aveva preso forma: la pubblicazione della rivista era passata da settimanale a quindicinale, e subito a seguire erano stati introdotti ulteriori cambiamenti: copertine a colori, più pagine di pubblicità, i cartamodelli di Vogue, più pagine dedicate al costume e alla moda.
Vogue diventava così il “technical adviser – the consulting specialist – to the woman of fashion in the matter of her clothes and of her personal adornment”.
(Seebohm, Caroline, The man who was Vogue. The life and times of Condé Nast. New York: The Viking Press, 1982, p. 76)
Bibliografia
Woolman Chase, Edna and Ilka Chase. Always in Vogue. Garden City: Doubleday & Company, 1954
Seebohm, Caroline. The man who was Vogue. The life and times of Condé Nast. New York: The Viking Press, 1982
Vogue. New York: The Fashion Company, 1892-
The Vogue Archive. Ann Arbor: Proquest. (accessed September 21, 2022).
[Marcella Mazzetti]