20 febbraio 1909, Parigi. Sulle colonne del quotidiano Le Figaro esce il Manifesto del futurismo firmato da Filippo Tommaso Marìnetti.
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Comincia così la straordinaria avventura del movimento che, per più di tre decenni, ha investito arti figurative e arti applicate, letteratura, pittura, scultura, musica, teatro, architettura, danza, fotografia, cinema, moda, grafica, pubblicità, ceramica, arredamento, cucina, ma anche la politica e la concezione della donna. Questo libro ne ripercorre i momenti salienti, restituendo con precisione, attraverso la piacevolezza della scrittura e il ricco corredo iconografico, la carica eversiva e lo slancio energico e impetuoso. Inoltre, il volume illustra il carattere cosmopolita del futurismo e ìl rapporto con i "futurismi" nel mondo, nonché il tema dell'eredità del movimento marinettiano, rawisabile non solo "in alto", negli esiti dell'astrattismo, dello spazialismo, del situazionìsmo, nella poesia visiva, nella neoavanguardia, o negli omaggi che spesso gli artisti gli hanno tributato, ma anche "in basso", nel design postmoderno, nella moda, nel fumetto d'avanguardia e nell'universo musicale giovanile.