Per il primo film della serie Quantum Sight, lasciamoci guidare da una guida spirituale, da un cacciatore di anime, da chi vive ai margini della società, dalla guida di Andrei Tarkovsky, “Stalker”.
Titolo: Stalker
Paesi di produzione: USSR, GDR
Anno di produzione: 1979
Regia di Andrei Tarkovsky
Interpreti: Alexander Kaidanovsky, Alissa Freindlikh, Anatoly Solonitsyn, Nikolai Grinko
Costumi: Nelly Fomina
Il film, ispirato al romanzo di Arkadij e Boris Strugatsky “Roadside Picnic” (1972), è ambientato in un paesaggio post-apocalittico in cui si trova una misteriosa area chiamata “la Zona”, che si dice ospiti una stanza in grado di esaudire i desideri più profondi delle persone. L'accesso alla Zona è severamente vietato dalle autorità.
La storia segue tre uomini:
- La guida: colui che conduce le persone attraverso il pericoloso terreno della Zona
- Lo scrittore: Un artista cinico in cerca di ispirazione
- Il professore: Uno scienziato alla ricerca della conoscenza
Questi tre intraprendono un viaggio nella Zona, con la guida (Stalker) che li conduce verso la stanza mitica. Il viaggio diventa progressivamente meno legato al movimento fisico e più all'esplorazione filosofica e spirituale. Ogni personaggio è alle prese con le proprie motivazioni, paure e convinzioni su ciò che potrebbe trovare.
Critica
Quello che a prima vista sembra un racconto di fantascienza su tre uomini che si avventurano in una misteriosa area riservata chiamata “la Zona” si trasforma in una profonda meditazione sulla fede, sul desiderio e sulla condizione umana. “Stalker" non è solo un capolavoro da ammirare, ma uno specchio in cui scorgiamo le nostre domande più profonde sull'esistenza, la fede e la natura del desiderio umano.
Solitamente nel cinema la figura umana è il punto di riferimento, ma “Stalker” sovverte deliberatamente questa convenzione. I corpi sono spesso oscurati da paesaggi industriali, frammentati da un'accurata inquadratura o ridotti a semplici elementi testuali all'interno della composizione. Il corpo perde la sua posizione privilegiata di portatore del movimento narrativo e diventa invece un elemento di una meditazione temporale più ampia. La scomparsa del corpo non è una semplice assenza. Piuttosto, segna una trasformazione dalla presenza fisica a quella metafisica. Mentre i corpi dei personaggi diventano meno distinti, la loro presenza spirituale si intensifica.
L'influenza del film si estende ben oltre il cinema, ispirando videogiochi, letteratura e discorsi filosofici. Ogni visione rivela nuovi strati di significato, nuove interpretazioni, nuove domande. Come la Zona stessa, “Stalker” opera secondo le proprie regole, premiando coloro che vi si avvicinano con pazienza e apertura al mistero. È una testimonianza del potere del cinema non solo di raccontare storie, ma di trasformare la nostra comprensione di ciò che è possibile nell'arte e in noi stessi.
Forse ciò che rende “Stalker” così attuale è la sua preoccupazione per l'autenticità in un mondo artificiale. La Zona, per quanto pericolosa e incomprensibile, rappresenta uno spazio di radicale veridicità. In un'epoca di realtà filtrata, l'idea di un luogo che costringe a confrontarsi con i propri desideri autentici è terrificante e disperatamente necessaria.
Bibliografia
Andrei Tarkovsky
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Stalker, 1979
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[Pubblicato il 15/11/2024]